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UN MIX DI BELLEZZA E QUALITÀ
La Penisola Sorrentina è una delle zone più belle della Campania ed è unanimemente considerata una delle perle del nostro territorio. È situata nella parte settentrionale dell’omonima penisola che divide il Golfo di Napoli da quello di Salerno, è regione a vocazione fortemente turistica ed è insieme alle isole del Golfo, alla Costiera Amalfitana, a Capri e al Cilento una delle eccellenze che ha portato il nome della Campania in giro per il mondo. La Penisola Sorrentina è attraversata dai Monti Lattari che arrivando verso il mare terminano con Punta Campanella. Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di dolci colline, di profondi valloni e di un mare cristallino. La costa è alta, frastagliata e rocciosa, fatta di rupi calcaree che si frantumano in strapiombi, di insenature e di scogli. Importante l’opera dell’uomo che ha sistemato le zone più impervie trasformandole in terrazze (famosi gradoni di terra che scendono in prossimità del mare) dove si coltivano aranci, limoni, viti ed ulivi. A rendere unico il paesaggio sono il mare da sogno e le affascinanti spiagge.
Oltre alle giustamente decantate bellezze della natura, la Penisola Sorrentina offre anche una straordinaria varietà di prodotti tipici che la rendono valida meta in riferimento al turismo enogastronomico. Tra queste eccellenze la mozzarella di Agerola, il provolone del Monaco, la pasta di Gragnano, il famoso Limoncello e tutte le specialità di mare.
I comuni della Penisola Sorrentina sono Meta di Sorrento, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Massa Lubrense, Vico Equense e Sorrento. Doveroso citare anche Sant’Agata sui due Golfi (frazione di Massa Lubrense), che si trova sui monti Lattari e che può essere considerata a tutti gli effetti una zona di “valico” tra la Penisola Sorrentina e la Costiera Amalfitana. Si tratta in generale di comuni piuttosto piccoli ma capaci comunque di generare grande interesse e assoluto fascino.
Una delle località più belle di questa incantevole penisola è la Villa di Pollio Felice al Capo di Sorrento, area archeologica a strapiombo sul mare, situata sulla punta estrema del promontorio che poggia su uno strato di roccia attaccato alla costa. La Villa di Pollio Felice era una lussuriosa residenza dell’aristocrazia romana. Fu costruita nel I secolo d.C. e si articola in due aree specifiche: i quartieri residenziali situati sulla sommità della collina e il quartiere sul mare, che è situato intorno a un approdo naturale. È raggiungibile attraverso una piccola stradina che scende verso il mare e che conduce ai ruderi della villa marittima conosciuta come Bagni della Regina Giovanna. Questo in onore della Regina Giovanna d’Angiò che qui si recava tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento.
La Penisola Sorrentina ha sentito l’influsso delle numerose civiltà che nel corso del tempo sono passate da questa terra: tra questi gli etruschi, i greci, i romani, i bizantini, i longobardi, i normanni, gli aragonesi.
L’economia della Penisola Sorrentina si fonda essenzialmente sul settore turistico (in primis balneare), sulla produzione di agrumi, noci, olio e delle altre ricchezze della terra, sulla trasformazione di prodotti caseari, sulla creazione di eccezionali dolci e sull’artigianato di qualità (come l’arte dell’intarsio su materiali lignei e la lavorazione di merletti).
Tra gli eventi e le tradizioni più significative di questo territorio doveroso citare i riti della Settimana Santa a Sorrento, la Sagra del Limone a Massa Lubrense, la Sagra del Provolone del Monaco e le Pacchianelle a Vico Equense.
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I LUOGHI PIÙ BELLI DELLA PENSIOLA SORRENTINA
- Sorrento è una città di piccole dimensioni anche se è la principale località della Penisola Sorrentina (da cui infatti deriva il nome). È una sorta di paradiso naturale che offre ancora oggi uno dei panorami più intensi ed affascinanti della Campania, tra una vegetazione lussureggiante ed uno splendido mare dalle sfumature turchesi. La città è arroccata su un imponente zoccolo di tufo con profonde gole a picco sul mare. Le case di Sorrento sono molto spesso immerse nel verde. Il centro storico è contornato da ciò che rimane delle mura cinquecentesche, è formato da vicoli ricchi di storia e da vie che mostrano il tracciato dell’antico municipio romano. Il cuore pulsante di questa incantevole città è rappresentato da Via San Cesareo e da Piazza Tasso. Luoghi simbolo sono il Sedile Dominova (la loggia dei nobili sorrentini), il Museo Correale, il Duomo con la facciata neogotica, la Basilica di Sant’Antonino, la Chiesa dei Santi Felice e Baccolo, la Villa Comunale Salve d’Esposito e la Chiesa di San Francesco d’Assisi (con il significativo chiostro trecentesco). Bellezza del luogo, clima mite e splendido mare hanno reso Sorrento una delle più frequentate mete turistiche del mondo. Di grande pregio considerando le zone limitrofe sono il borgo di Marina Grande (spiaggia più estesa), La Solara e i Bagni di Regina Giovanna.
- Piano di Sorrento, situata al centro della Penisola, è una città piccola, ma molto attiva sia sotto il profilo turistico che commerciale. Le sue origini risalgono al periodo paleolitico superiore come mostrato dai tanti reperti ritrovati. Da visitare l’elegante edificio Villa de Sangro di Fondi, la Basilica di San Michele Arcangelo e il caratteristico borgo marinaro di Marina di Cassano.
- Meta di Sorrento in epoca medievale ha formato un unico comune con Piano di Sorrento, poi è diventata autonoma nel 1819 e ci è rimasta fino all’epoca fascista. Nel 1927 fu unita a Sorrento, Piano e Sant’Agnello in un’unica entità territoriale detta la “Grande Sorrento” che rimase in vita fino al 1946. Luoghi simbolo di Meta di Sorrento sono la Basilica della Madonna del Lauro e l’intero centro storico.
- Sant’Agnello è una cittadina di piccole dimensioni situata su un costone tufaceo e affacciata a picco sul mare. È caratterizzata dalla presenza di incantevoli ville costruite in varie epoche storiche ed è da sempre una perla della Penisola Sorrentina. Centro agricolo e turistico di primaria importanza famoso anche per la presenza di bellezze da visitare: tra queste figurano la Chiesa dei Santi Prisco e Agnello, il caratteristico Rione Angri e la Basilica di San Giuseppe.
- Massa Lubrense è un’oasi naturale situata dinanzi a Capri caratterizzata da numerosi percorsi che portano alla scoperta di antichi casali, prestigiose aree archeologiche e panorami indescrivibili (natura rigogliosa, mare cristallino e spiagge da sogno). Del suo vasto territorio fanno parte 18 borghi incantevoli segnati da scorci mozzafiato. Di grande fascino la Cattedrale di Santa Maria delle Grazie, l’antico borgo di Marina della Lobra, Marina del Cantone, il centro di villeggiatura di Sant’Agata sui due Golfi, la riserva di Punta Campanella, lo Scoglio del Vervece e la Baia di Ieranto. Le spiagge più belle sono La Pignatella, la Spiaggia di Marciano, Cala di Mitigliano, il Fiordo di Crapolla, la Spiaggia di Puolo e Marina della Lobra.
- Vico Equense. È incastonato tra i Monti Lattari e il Golfo di Napoli, sorge su un promontorio e si affaccia sul Mar Tirreno come se fosse una terrazza. Tra i luoghi più belli la Chiesa di Santissima Annunziata a picco sul mare, il Castello Giusso, il museo Antiquarium Silio Italico, le necropoli e l’antico borgo di Equa.
Tra le spiagge della Penisola sorrentina giusto citare anche Meta Lido, Alimuri, Marina di Cassano, Caterina Beach, La Marinella, Tordigliano, Scrajo, Spiaggia della Tartaruga, Marina del Cantone, Recommone, Lido Resegone, Ieranto e Lido Metamare.
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PRODOTTI E PIATTI TIPICI DELLA PENISOLA SORRENTINA
La cucina della Penisola Sorrentina propone piatti di altissimo livello. Merito di una tradizione portata avanti nel corso dei secoli, della capacità di inventare ricette gustose e soprattutto della qualità di prodotti tipici di straordinario pregio quali limoni, noci, pomodori, olio extravergine d’oliva, formaggi, vini e limoncello. Una varietà incredibile che rappresenta la base di numerose e gustose specialità. Sempre più frequente l’utilizzo di basilico, origano e prezzemolo. Tra i piatti più rinomati della penisola figurano ovviamente quelli a base di pesce: in particolare spaghetti alle vongole, sauté di cozze, risotti ai frutti di mare, pesci “all’acqua pazza” e fritture di vario genere. Caratteristici della penisola anche i ravioli all’aragosta, gli scialatielli ai frutti di mare.
Tra le eccellenze del territorio figurano anche pizza, Provolone del Monaco (formaggio realizzato seguendo antichissime tecniche di lavorazione), gnocchi e scaloppine alla sorrentina (sugo fatto quindi con pomodori, mozzarella fumante, basilico, cipolla, parmigiano a scaglie). Tra i dolci anche le melanzane alla cioccolata, la torta S. Rosa, i Babà al limoncello e ovviamente la Delizia al Limone (morbido pan di spagna che viene farcito e ricoperto con una golosa crema al limone).
La Penisola Sorrentina è conosciuta e apprezzata anche per la qualità dei suoi pregiati vini. Caratterizzati da profumi e sapori inconfondibili che sono diventati simbolo e orgoglio di questa splendida terra.
- Tra i vini bianchi doveroso citare il Penisola Sorrentina Bianco DOC. Per la produzione di questo vino possono essere utilizzate solo uve greco bianco (per un massimo del 60%), uve falangina (tra il 40% e il 60%) e uve biancolella (per un massimo 60%). Le caratteristiche dei due vini sono: colore paglierino più o meno intenso, odore vinoso, delicato e gradevole con profumi di un paesaggio mediterraneo.
- Tra i vini rossi merita invece menzione il Penisola Sorrentina Rosso DOC. Per la produzione di questo vino possono essere utilizzati solo uve piedirosso (tra il 40% e il 100%), uve scascinoso e aglianico (tra il 20% e il 40%). Queste le caratteristiche: colore rosso rubino, profumo vinoso, delicatamente fruttato, sapore sapido di medio corpo, vinoso e morbido.
I vini prodotti nella PenisolaSorrentina (anche quelli rossi) devono essere bevuti a una temperatura fresca (di cantina). I bianchi si sposano a meraviglia con i piatti di pesce, i rossi con quelli a base di carne.
Di grande qualità anche i liquori, a partire dal limoncello (liquore dolce ottenuto dalla macerazione in alcol etilico delle scorze di limone miscelata con uno sciroppo di acqua e zucchero) per poi passare a fragolino, nanassino (a base di fico d’india), liquore al tartufo nero, concerto (a base di erbe e spezie), nocillo (a base di noci) e lo strega.
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UN PO’ DI STORIA...
La penisola sorrentina risultava abitata già in epoca molto antica (neolitico), ma è con i greci e gli etruschi che si assistette alla civilizzazione vera e propria dell’area. Il nome Sorrento, secondo tesi recenti, parrebbe essere legato al verbo greco συρρέο (ovvero ‘confluire’) e si riferisce probabilmente ai due fiumi che circonvallano la città. La tradizione popolare fa risalire il toponimo al termine latino Sirenide, in riferimento al luogo mitico in cui secondo la leggenda si trovavano le sirene incontrate da Ulisse.
La storia della penisola finisce per confondersi con quella della città che le conferisce il nome.
L’esatta fondazione della città non è chiara, anche per la presenza di testimonianze contrastanti: quello che è certo è che Sorrento dipese dalla città greca di Siracusa (V secolo a.C.). La città fu poi occupata dai sanniti e si scontrò con Roma prima di essere sottomessa, entrando a far parte della repubblica romana. La città godette di notevole fortuna in età imperiale (fino al regno di Adriano) grazie ai numerosi nobili che vi si trasferirono alla ricerca di un clima mite e piacevole facendovi costruire le proprie ville.
Con la caduta dell’impero romano (476 d.C.), la penisola sorrentina passò prima nelle mani degli Ostrogoti e poi dei Bizantini. Le scorrerie dei Longobardi dal vicino Ducato di Benevento non riuscirono ad avere ragione dei Bizantini che rimasero saldamente ancorati a Sorrento fino agli ultimi anni dell’Esarcato.
Il IX secolo vide profilarsi all’orizzonte la minaccia di Amalfi, ormai indipendente dal Ducato Bizantino di Napoli, che tentò a più riprese la conquista della penisola.
Nel 1039 Sorrento venne conquistata da Guaimario V (signore dell’ormai indipendente Principato di Salerno) ma alla città venne lasciata una quasi totale autonomia. La stessa situazione si ripeté nel 1137 quando la città venne assediata e conquistata dai Normanni: l’indipendenza politica venne chiaramente limitata, ma Sorrento mantenne i privilegi aristocratici e il controllo diretto sui suoi possedimenti.
Seguendo le vicende del regno normanno, Sorrento finì prima nelle mani della famiglia francese Angiò e poi degli spagnoli d’Aragona (1434).
La controriforma fu un periodo di decadenza per Sorrento, che vide la nascita e l’insediamento di svariati ordini monastici a scapito della nobiltà che aveva caratterizzato per secoli la città.
L’incursione degli Ottomani nel 1558 fu un duro colpo per la città e la consapevolezza della vulnerabilità della città spinse il governo a rinforzare la cinta di mura e a costruire una serie di torri marittime per la difesa contro le navi nemiche. Sul fronte interno, invece, la città si trovò ad affrontare le rivolte dei contadini stanchi dei soprusi della nobiltà e guidati dal genovese Giovanni Grillo, che riuscì addirittura a cingere d’assedio (senza successo) Sorrento nel 1648.
Nel 1799 (23 gennaio) la città aderì alla Repubblica Napoletana istituita dopo la calata in Italia di Napoleone, ma la dominazione francese fu di breve durata (13 giugno 1799) e la città tornò sotto il dominio napoletano. Ferdinando IV di Borbone tornò nuovamente al potere e vi rimase fino al 1806 quando lo schieramento contro Napoleone determinò una nuova invasione del regno. La salita al potere di Giuseppe Bonaparte fu malvista dai sorrentini e la presenza francese determinò un generale impoverimento dei ceti più umili.
Il ritorno al potere dei Borbone dopo la sconftta dei francesi a Waterloo inaugurò una rinascita per la penisola e la città, in cui ripresero vigore le attività commerciali e manifatturiere. La costruzione della strada Castellammare-Meta (1832) permise poi finalmente di raggiungere la città in maniera più agevole senza doversi inerpicare sulle montagne.
Il Risorgimento fu vissuro entusiasticamente dai Sorrentini e a partire dal 1865 la città procedette con una grande progetto di “risanamento edilizio” che portò alla sostanziale modifica dell’impianto cittadino (ancora identico a quello romano) con la costruzione del Corso Italia (1866) su cui si affacciavano i palazzi delle famiglie nobili della città.
Dall’Unità, la città seguì le vicende del Regno d’Italia attraverso le due guerre mondiali per poi divenire meta turistica particolarmente apprezzata per i luoghi unici e il mare bellissimo.
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