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Il termine villa nasce nella latinità con un’accezione completamente diversa da quella che intendiamo noi oggigiorno. I romani intendevano, infatti, delle residenze di campagna, più o meno vicine alla città, che costituivano il cuore di un’attività agricola. Si parlava infatti di villa rustica e di villa urbana.
In origine, la villa rustica era una semplice azienda agraria a conduzione familiare, dove si prodceva giusto ciò che era necessario al sostentamento. Con l’espansione dei domini di Roma nella tarda età repubblicana, anche le ville cambiarono, aumentando rapidamente di dimensione (attestandosi su una media di 200 – 250 ettari di terreno). L’attività agricola, anche grazie ai numerosi schiavi che finivano in Italia a seguito delle campagne militari, aumentò di dimensioni e permise ai padroni di produrre non solo lo stretto indispensabile per la famiglia ma un vero e proprio surplus da rivendere sui mercati d’Europa.
La maggior parte delle ville romane si concentrarono nell’Italia centrale, dove gli impianti raggiunsero la loro forma più alta, molto vicina ad un modello capitalistico in senso moderno. La produzione spaziava dalle piantagioni (olivo e vite in primis) per passare alle coltivazioni intensive, agli orti e perfino ai pascoli.
Viste le competenze richieste per gestire tali enormi attività, alcuni scrittori dell’epoca si presero la briga di stendere dei veri e propri trattati di agronomia come il De agri cultura (Marco Porcio Catone) e il De re rustica (Marco Terenzio Varrone).
La villa urbana, al contrario, iniziò la sua esistenza come residenza di periferia, a breve distanza dalla città e intesa come luogo di ritiro per periodi più o meno lunghi. Col tempo, queste ville finirono per essere inglobate (totalmente o parzialmente) nelle città, raggiungendo spesso dimensioni superiori a quelle delle Domus nobili e perdendo definitivamente la loro seppur minima connotazione agricola per diventare delle vere e proprie residenze di lusso circondate da giardini e parchi. Non era insolito trovare qui anche delle terme private, biblioteche (molto rare all’epoca) e perfino palestre.
Con la caduta di Roma, la villa cambiò radicalmente la sua funzione. Le invasioni barbariche e il periodo di violenti conflitti che ne conseguì, spinse sempre più nobili a rifugiarsi lontano dalle città in abitazioni fortificate costruite spesso in collina. Queste residenze riprendevano funzionalmente il modello della villa romana, essenso autosufficienti ma non più mandate avanti tramite schiavi. Queste ville fortificate costituirono la base su cui sarebbero stati poi eretti i castelli nell’epoca feudale.
Solo nel Rinascimento, con i due trattati De re aedificatoria e Villa di Leon Battista Alberti, la villa tornò alla sua precedente funzione di luogo di piacere e ozio fuori dalla città. L’opera di Vitruvio fu sicuramente ispiratrice e portò alla costruzione di Villa Medici sul colle di Fiesole, primo esempio di villa in cui scompaiono i tratti tipicamente difensivi del medioevo, e della Villa di Poggio a Caiano (Giuliano da Sangallo) che diverrà il modello per tutte le successive ville medicee in Toscana.
Nel XVI e XVII secolo numerose ville furono costruite attorno Roma: Villa Madama (progettata e avviata da Raffaello e completata poi da Giulio Romano), Villa Albani (non lontano dalla Porta Salaria), Villa Borghese, Villa Doria Pamphilj e Villa Giulia sono solo gli esempi più belli.
La scena nel nord Italia fu invece dominata da Andrea Palladio (1508 – 1580) che progettò e costruì delle ville uniche nel loro genere sfruttando un modello di base che prevedeva un corpo centrale quadrato con entrate sui lati servite da imponenti scalinate e incorniciate da un pronao analogo a quello visibile nei templi greci e nel Pantheon di Roma.
Dall’Ottocento, e soprattutto dal Novecento, il termine villa viene usato per indicare una qualunque residenza di lusso (sia in campagna che in città) generalmente indipendente e dotata di giardino privato. non è tuttavia raro trovare il termine villa impiegato a descrivere un’abitazione di alto livello in schiera posta in una location rinomata e prestigiosa nel cuore delle città (come può essere Monte Mario a Roma) oppure con vista sul mare (si pensi allo Zuccale all’Isola d’Elba o molto più semplicemente alla costiera amalfitana).
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