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Il Piemonte è la seconda regione italiana per estensione territoriale (con i suoi 25.387 km²) ed è la sesta per numero di abitanti (4.432.252). Confina a ovest con la Francia, a nord-ovest con la Val d’Aosta, a nord con la Svizzera, a est con la Lombardia, a sud-est con l’Emilia Romagna e a sud con la Liguria. Il nome Piemonte significa “ai piedi dei monti” (Pedemontium) e deriva dall’assenza delle Prealpi. Diversi i paesaggi che si possono ammirare attraversando il territorio: dalle vette alpine alla Pianura Padana passando per le caratteristiche zone collinari dove si producono tra l’altro alcuni dei vini più pregiati del mondo.
Le Alpi delimitano i confini a nord e a ovest. Le vette più alte della regione sono il Monte Rosa e il Gran Paradiso che superano abbondantemente i 4.000 metri di altitudine. Nelle cime piemontesi non mancano infatti le stazioni sciistiche. Tra le montagne più conosciute anche il Monviso, ai piedi del quale (in località Pian del Re) nasce il Po, il fiume italiano più lungo (652 km) che attraversa la regione da ovest a est. Il Piemonte è famoso anche per i suoi laghi: il principale tra questi è il Lago Maggiore che segna il confine a est con la Lombardia ed è secondo in Italia per estensione dietro al Lago di Garda. La pianura caratterizza la parte est della regione, mentre le zone collinari più importanti sono cinque: Roero, Canavese, Langhe, Monferrato e Colli Tortonesi. Molti sono i luoghi d’interesse di carattere storico e ambientale che i turisti provenienti da ogni parte del mondo possono visitare.
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Importanti e numerosi sono i parchi, le riserve regionali e le aree protette. Tra questi spiccano anche due parchi nazionali: il Gran Paradiso e la Val Grande. Tipiche le coltivazioni di foraggi, vite, riso, ma anche di frutteti, noccioleti e cereali.
Il Piemonte ebbe un ruolo centrale nel Risorgimento Italiano e nella costruzione del nuovo stato unitario (datato 1861). Considerevole fu l’industrializzazione della regione, che dalla struttura agraria tradizionale del regno sabaudo avviò un rapido processo di modernizzazione fino a diventare, all’inizio del Novecento, un’area rilevante di quel polo industriale che trainò il boom economico.
Il capoluogo della Regione è Torino, quarta città della penisola per numero di abitanti (alle spalle di Roma, Milano e Napoli) e prima capitale del Regno d’Italia (dal 1861 al 1865). Le altre province sono Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania-Cusio-Ossola, Vercelli.
La cucina piemontese offre numerose prelibatezze e tanti piatti della tradizione contadina. Tra questi i più rinomati sono la bagna cauda, le fettuccine al tartufo, la fonduta, lo stracotto, il brasato al barolo, la lepre in civet, le lumache al barbera, il pollo alla marengo, i baci di dama, i canestrelli, i gianduiotti e il pilot. Famosi in tutto il mondo anche il tartufo di Alba e le nocciole delle Langhe.
Il Piemonte è una delle regioni più importanti per quello che riguarda i vini di alta qualità. Tra i tanti i più prelibati sono la Barbera, il Barolo d’Alba, il Barbaresco e il Nebbiolo delle Langhe DOC.
Ricchissimo il patrimonio artistico-culturale che è tra l’altro testimonianza di differenti periodi storici: si va dal romanico passando per il gotico, il neoclassico, il barocco e arrivando fino all’arte contemporanea. Il paesaggio si caratterizza per i palazzi barocchi, le Residenze Reali, i castelli, le città termali (ad esempio Vinadio, Acqui Terme, Lurisia o Agliano Terme) e le mete del turismo religioso (come il Santuario di Oropa) e le Cattedrali sotterranee.
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Il Piemonte è abitato fin dall’età neolitica. Fino al V secolo a.C. la regione fu caratterizzata dalla presenza di differenti etnie: a nord gli Insubri di lingua celtica, nella zona del Canavese i Salassi, nel Torinese i Taurini di tradizione Franco-Alpina, nel Monferrato gli Statelli e i Langates di tradizione Liguro-Provenzale e nel Cuneese i Bagienni. Solo con l’espansione gallica nel secolo successivo il Piemonte acquisì una maggiore omogeneità etnica. Come il resto d’Italia, entrò a far parte dell’Impero Romano e furono proprio i romani a fondare alcune delle città più importanti tra cui Torino (Augusta Taurinorum) e Ivrea (Eporedia). Dopo la crisi della parte occidentale dell’impero la regione divenne sede di incursioni, scontri e conquiste da parte dei barbari. Fu in parte riunificata nell’XI secolo da Olderico Manfredi II che ottenne le due importanti marche di Torino e Ivrea prima di lasciarle in eredità al genero Oddone di Savoia, figlio di Umberto I Biancamano. Furono i Savoia a portare avanti l’opera di riunificazione, ma il processo richiese diversi secoli e fu ritardato da differenti fattori: la formazione di comuni autonomi e forti marchesati, l’intervento di potenti signori esterni e il coinvolgimento della regione nelle lotte fra gli Asburgo e i Valois per l’egemonia in Italia e in Europa. Solo dopo la pace di Cateau-Cambrésis (1559) Emanuele Filiberto e i suoi successori poterono avviare il processo di riunificazione che fu ultimato nel 1748 con il trattato di Aquisgrana. Dopo la breve dominazione napoleonica (1798-1814) il Piemonte seguì i destini del Regno di Sardegna ed ebbe un ruolo centrale nel Risorgimento italiano e nella costruzione del nuovo stato unitario.
Il processo iniziò in seguito alla Restaurazione quando le vecchie dinastie che erano state spazzate via dalle truppe francesi furono rimesse al loro posto. In Sardegna, dopo l’abdicazione nel 1802 di Carlo Emanuele IV di Savoia, era salito al trono Vittorio Emanuele I. Questi venne imposto sul trono a Torino nel Congresso di Vienna in qualità di nuovo Re di Sardegna. Il Piemonte era attraversato dai moti rivoluzionari: già nel 1821 gli studenti dell’Università di Torino si erano scontrati con le truppe inviate dal re per fermare l’occupazione dell’istituto attuata dagli alunni. Tutta la regione era in subbuglio anche perché la rivolta era segretamente appoggiata dal principe Carlo Alberto. Santorre di Santarosa, il capo dei ribelli, si era incontrato col principe di nascosto, ottenendo il suo appoggio. L’8 marzo 1821 la rivolta scoppiò lo stesso ad Alessandria e rapidamente si estese fino a Torino, dove Vittorio Emanuele I preferì abdicare nei confronti di Carlo Felice. Siccome questi si trovava a Modena, Carlo Alberto assunse la reggenza e proclamò la costituzione, subito sconfessata dallo zio. Il giovane principe assicurò che stava preparando la resistenza contro l’intervento in Piemonte degli austriaci, ma si rifugiò prima a Novara e poi a Modena. Le forze costituzionali cercarono egualmente di tenere testa a quelle austriache, ma vennero sconfitte a Novara. Carlo Felice fece incarcerare molti patrioti e la rivolta sembrò placata.
Vittorio Emanuele I e il suo successore Carlo Felice di Savoia erano fratelli di Carlo Emanuele IV. Vittorio Emanuele I aveva solo figlie femmine e Carlo Felice non ebbe figli. La successione a Casa Savoia, dunque, divenne un affare in cui l’Austria vedeva la possibilità di imporre il proprio potere nel caso in cui Vittorio Emanuele I avesse scelto come suo successore il principe Francesco IV d’Este, imparentato con gli Asburgo. Invece, Vittorio Emanuele scelse Carlo Alberto, del ramo Savoia-Carignano, che divenne re nel 1831. Nel 1848 il nuovo sovrano concesse lo Statuto Albertino, la carta costituzionale che rimarrà in vigore prima nel Regno di Sardegna e poi nel Regno d’Italia fino al 1946.
In seguito alla disfatta subita nella Prima guerra d’indipendenza (1848), il Piemonte cercò di riattivare la propria economia sotto la guida del presidente del consiglio Massimo d’Azeglio. Il processo di crescita e di modernizzazione vero e proprio iniziò con Camillo Benso conte di Cavour, primo ministro a partire dal 1852, il quale intraprese una coraggiosa serie di riforme istituzionali, amministrative ed economiche . Cavour ottenne che i suoi soldati partecipassero alla guerra di Crimea e prese parte al Congresso di Parigi al fianco delle nazioni vincitrici. Ammodernato lo Stato e rafforzato l’esercito, il Piemonte (con l’appoggio tacito di Napoleone III) si preparò a riprendere i combattimenti. Ammassò sul Ticino le truppe aspettando che l’Austria, sentendosi minacciata, attaccasse per prima e facendo sì che i francesi entrassero in loro aiuto. La trappola funzionò e gli austriaci furono respinti nella battaglia di Montebello e Magenta. Il 24 maggio gli austriaci furono ripetutamente sconfitti a Solferino e San Martino. Nello stesso perriodo Giuseppe Garibaldi marciava verso il Veneto, ma il generale fu costretto a fermarsi per il rifiuto di Napoleone III di proseguire nel conflitto. Al termine del conflitto (seconda guerra d’indipendenza) la Lombardia passò al Piemonte. Successivamente diversi stati del Centro Italia vennero annessi attraverso plebisciti al nuovo Regno d’Italia. La nuova nazione comprendeva tutte le terre dal Piemonte alle Marche, mentre la Savoia e Nizza furono cedute alla Francia quale ricompensa per il suo intervento in guerra.
Intanto nel 1860 Giuseppe Garibaldi sbarcò a Palermo e conquistò la Sicilia, attraversando poi con le sue mille camicie rosse lo stretto di Messina e raggiungendo la Calabria. La resistenza borbonica fu facilmente fiaccata e molte città insorsero in suo favore. Il 7 settembre Garibaldi entrò a Napoli e il 26 ottobre Vittorio Emanuele incontrò il generale nella località di Teano prendendo possesso dell’intero territorio meridionale. Con la legge del 17 marzo 1861, n. 4761 (diventata legge 21 aprile 1861, n. 1 del Regno d’Italia) Vittorio Emanuele II assunse per sé e per i suoi successori il titolo di Re d’Italia.
Il Piemonte diede un forte impulso alla nuova nazione a livello politico, sociale e culturale e fu protagonista della costante crescita del paese. Imponente fu l’industrializzazione della regione. Il tessuto economico, in cui ebbe un posto preponderante la FIAT, attrasse negli anni cinquanta e sessanta un grande flusso migratorio che provocò profonde trasformazioni sociali e culturali.
Il Piemonte presenta uno straordinario patrimonio di storia, cultura, arte e tradizioni. Gli innumerevoli beni architettonici sono testimonianze di diverse epoche: romana, romanica, barocca, liberty, art nouveau e contemporanea.
L’esteso territorio collinare dell’alto e basso Monferrato è punteggiato da castelli medievali che si ergono tra i vigneti, mentre le Langhe sono conosciute in tutto il mondo per i vini pregiati e per le specialità eno-gastronomiche. In questa zona del Piemonte Romolini Immobiliare offre una vasta gamma di castelli, tenute vitivinicole, agriturismo con villa, immobili di lusso.
In Piemonte si trovano tra l’altro tre siti inseriti nella lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO: le Residenze Sabaude, i Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia e le zone vitivinicole di Langhe-Roero e Monferrato.
Le Residenze Sabaude sono: Palazzo Reale, Palazzo Madama, Palazzo Carignano, Castello del Valentino, Villa della Regina, Reggia di Venaria, Mandria e Borgo Castello, Castello di Rivoli, Palazzina di Caccia di Stupinigi, Castello di Moncalieri, Castello Reale di Racconigi, Castello di Pollenzo, Castello Ducale di Agliè, Castello di Govone e il Castello Reale di Casotto.
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- Torino è il capoluogo della regione e ospita numerosi monumenti. Tra i luoghi più belli da visitare spiccano Palazzo Reale, Palazzo Carignano (sede tra l’altro del primo Parlamento Italiano), Palazzo Madama e la Mole Antonelliana. Numerosi anche i luoghi di culto quali il Duomo di Torino, la Basilica di Superga (tristemente nota anche perché il 4 maggio 1949 fu teatro di un incidente aereo in cui persero la vita i giocatori del Grande Torino), la Gran Madre di Dio, la Cappella della Sindone e Monte dei Cappuccini. Tra le piazze più belle e importanti figurano Piazza Vittorio Veneto, Piazza San Carlo, Piazza Castello. Torino è anche città di cultura come testimoniato dalla presenza del Teatro Regio di Torino, di alcuni musei conosciuti in tutto il mondo (Museo Egizio, Museo Nazionale del Cinema, Museo Nazionale di Scienze Naturali), della Galleria Sabauda e del Salone Internazionale del Libro che si svolge ogni anno a maggio presso il Centro Congressi Lingotto Fiere di Torino.
- Asti si trova a circa 60 km a sud-est di Torino, nella valle del fiume Tanaro. Bellissime chiese quali la Cattedrale di Santa Maria Assunta (gotica), la collegiata di San Secondo (dove sono custodite le reliquie del patrono) e il complesso di San Pietro in Consavia. Asti, sul fiume Tanaro, è favorita dalla sua posizione poiché si trova sulla strada che collega Genova a Torino. La città è conosciuta nel mondo per la produzione di rinomati vini: Asti spumante e Moscato d’Asti. Celebre è anche il suo Palio storico, manifestazione tra le più antiche d’Italia, che si svolge a settembre e culmina con una corsa di cavalli montati “a pelo” (senza sella).
- Vercelli è situata sulla sponda destra del fiume Sesia ed è da sempre un importante centro agricolo e commerciale. È considerata la “capitale europea del riso”. Tra le bellezze da visitare meritano una citazione il Duomo (cattedrale neoclassica), la Basilica di Sant’Andrea, la Chiesa di San Cristoforo, Piazza Cavour (sorta sull’antico forum romano), la Torre dell’Angelo, il Castello Visconteo, il Museo Francesco Borgogna e la Biblioteca Agnesiana e Diocesiana.
- Alessandria sorge nella pianura alluvionale formata dai fiumi Tanaro e Bormida. Tra i luoghi da visitare ci sono Piazza della Libertà, Palatium Vetus, Palazzo del Municipio, Palazzo Ghillini (barocco), Ponte Citadella, Chiesa Cattedrale (Duomo), Santa Maria di Castello e Platano di Napoleone.
- Novara è a soli 15 km dal confine con la Lombardia. Si possono ammirare la Basilica di San Gaudenzio (con la sua cupola alta 121 m), la Cattedrale di Santa Maria Assunta (in stile neoclassico) e il Battistero (architettura paleocristiana). Novara vanta industrie alimentari, tessili, meccaniche e grafiche ed è famosa anche per le sue risaie.
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Tra i castelli più belli del Piemonte vanno sicuramente citati il Castello di Roncalieri, il Castello di Racconigi, la Palazzina di Stupinigi, il Castello di Venaria Reale, il Castello di Ponzano, il Castello di Galbiano, il Castello di Conti Roero a Monticello d’Alba, l’Abbazia di Novalesa, la Sacra di San Michele in Val di Susa.
Straordinario lo spettacolo offerto dai Sacri Monti, gruppi di cappelle e altri manufatti architettonici eretti fra il XVI e il XVII secolo, dedicati a vari aspetti della fede cristiana. Oltre al significato simbolico e spirituale sono esteticamente molto belli e risultano integrati in un ambiente naturale composto da colline, boschi e laghi. Contengono reperti artistici importanti come affreschi e statue e sono giustamente considerati gioielli di storia, arte e natura. I sette Sacri Monti del Piemonte sono: Sacro Monte di Belmonte, Sacro Monte di Crea, Sacro Monte Calvario di Domodossola, Sacro Monte della S.S. Trinità di Ghiffa, Sacro Monte di Oropa, Sacro Monte di Orta e Sacro Monte di Varallo.
Il Piemonte è conosciuto nel mondo non solo per le sue straordinarie bellezze, ma anche per la produzione di vini pregiati e universalmente apprezzati, frutto di una terra particolarmente adatta e di una tradizione con radici lontane. I vini DOCG sono Barolo, Barbaresco, Asti, Moscato d’Asti, Brachetto, Gavi, Gattinara e Ghemme. A questi si aggiungono poi 45 vini DOC: tra i migliori Barbera di Monferrato, Dolcetto d’Alba, Barbera d’Asti, Cortese ed Erbaluce di Caluso.
Il territorio delle Langhe è il primo e più importante punto di riferimento per l’intera produzione nazionale. Dalle uve di Nebbiolo nascono due dei più straordinari rossi del pianeta: il Barolo e il Barbaresco. Il primo è più potente, più profondo nei profumi, più complesso e anche più longevo. Il carattere dei singoli vigneti, e le capacità del singolo produttore possono accentuare o al contrario assottigliare questa iniziale distanza.
Altre due zone di particolare importanza strategica sono l’Astigiano e il Monferrato. In entrambe le aree la Barbera sta facendo passi da gigante. Alla classica etichetta di un tempo se ne sono affiancate altre che hanno spinto l’estrazione fino a dare vini potenti e più profumati.
Un altro rosso famoso è il Dolcetto. Si tratta di un vino prodotto in sette diverse DOC regionali, e declina il modello del vino facile da bere, fresco e fruttato.
Vini altrettanto piacevoli, anche se sicuramente meno noti, sono il Grignolino (rosso leggero ma saporito), la Freisa (snella e profumata, prodotta anche in una gustosa versione frizzante) e la rara Pelaverga (rosso di particolare originalità aromatica).
Nel territorio del Roero nascono rossi da uve Nebbiolo di crescente qualità.
La parte più settentrionale della regione conta su terroir di valore quali Gattinara, Carema e Ghemme. Qui prevale ancora il modello del rosso molto alcolico e poco concentrato, spesso spigoloso nei tannini e nell’acidità. L’unico rosso dolce conosciuto anche fuori dei confini regionali è la morbida Malvasia di Casorzo, realizzata anche nelle varianti Spumante e Passito.
Tra i vitigni a bacca nera troviamo Albarossa, Aleatico, Avanà, Avarengo, Barbera, Bonarda, Brachetto, Cabernet, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Cari, Chatus, Chiavennasca, Croatina, Dolcetto, Doux d’Henry, Freisa, Gamba rossa, Grignolino, Imperatrice dalla Gamba Rossa, Lambrusca di Alessandria, Malvasia di Casorzo, Malvasia di Schierano, Malvasia Nera Lunga, Merlot, Nebbiolo, Nebbiolo di Dronero, Neretta cuneese, Neretto di Bairo, Pelaverga, Pelaverga piccolo, Pinot Nero, Prunent, Quagliano, Riesling, Riesling x Sylvaner, Ruchè, Sangiovese, Sangioveto, Sauvignon blanc, Shiraz, Silvaner, Spanna, Sylvaner, Syrah, Ughetta, Uva rara, Vespolina e Bonarda.
Tra quelli bianchi invece Arneis, Barbera bianca, Bianca Fernanda, Chardonnay, Cortese, Erbaluce, Favorita, Moscatello, Moscatellone, Moscato, Moscato Bianco, Moscato reale, Müller-Thurgau, Nascetta, Pinot Bianco, Riesling Italico, Riesling Renano, Rossese bianco, Sauvignon, Sylvaner verde, Timorasso e Manzoni Bianco.
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Tra le tradizioni più significative va sicuramente citata la Festa del Piemonte. Si celebra dal 1967 ogni terza domenica di giugno, facendola coincidere con la commemorazione della storica Battaglia dell’Assietta che fu combattuta il 19 luglio 1747 in Val di Susa e che si concluse con la vittoria delle truppe austro-piemontesi contro i francesi all’interno della guerra di successione austriaca che portò poi al trattato di Aquisgrana del 1748.
Migliaia di persone salgono fino ai 2.566 metri del Colle dell’Assietta. La Festa si svolge con due giorni di rievocazione storica, della quale sono parte essenziale i figuranti del Gruppo storico Pietro Micca di Torino con le loro divise di soldati sabaudi del XVIII secolo. La rievocazione inizia il sabato sera con la distribuzione del rancio serale, con la fiaccolata, con le musiche, le danze e i canti popolari. La giornata della domenica si apre con l’alzabandiera e la Messa al campo (celebrata in piemontese). Successivamente avviene la rappresentazione della battaglia, con il rullare di tamburi, il tiro dei cannoni e gli ordini secchi impartiti per entrambi gli eserciti in francese. I figuranti vestiti con le classiche divise militari dell’epoca avanzano in due schiere contrapposte, rievocando il momento in cui, alle ore 10:00 del 19 luglio 1747, con un impeto imprevisto, i francesi iniziarono l’avanzata. I piemontesi lasciarono avvicinare il nemico e appena gli avversari furono a tiro, aprirono contro di loro un violento fuoco di sbarramento. Nei 400 metri di distanza da percorrere per raggiungere la vetta morirono quasi 5.000 soldati francesi e 200 austro-piemontesi.
Tra le manifestazioni tipiche del Piemonte spicca il Carnevale di Ivrea, conosciuto per la celebre “Battaglia delle Arance”. Risale al 1808, anno in cui l’Impero Napoleonico ordinò di unificare i carnevali rionali in un’unica festa. La Battaglia delle Arance simboleggia la ribellione popolare contro le armate del feudatario avvenuta proprio a colpi di frutta.
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