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LA TERRA DEL VINO
Il Chianti è una delle zone più rinomate della Toscana ed è uno dei simboli dell’Italia nel mondo. Conosciuto non soltanto per i suoi paesaggi mozzafiato, ma anche per la qualità dell’omonimo vino. A livello geografico il Chianti è una zona piuttosto ampia che comprende varie province: a partire dalle colline situate tra Siena e Firenze (i luoghi del Chianti Classico) fino ad arrivare a quelle che si trovano nelle province di Arezzo, Pisa, Prato, Grosseto e Pistoia. Il territorio è per circa due terzi occupato da boschi (querce, castagni e conifere). E’ contraddistinto da verdi colline, da ampie distese di vigneti e oliveti, da piccoli borghi, da caratteristiche pievi, da case coloniche in pietra, da castelli, da chiese e da ritrovamenti archeologici. Un Chianti tutto da vivere e da gustare. Per tuffarsi in paesaggi incantevoli, per affrontare un viaggio nel tempo riscoprendo le bellezze di quelle eccellenze legate a storia, cultura, arte e magici paesaggi.
La storia del Chianti è indissolubilmente collegata a quella della Toscana. I territori compresi in questa zona sono stati influenzati dalle dominazioni etrusche e romane, ma anche dalle numerose battaglie che sono state combattute durante Medioevo e Rinascimento tra Siena e Firenze. Scontri scaturiti per il controllo di una delle zone strategicamente più importanti della Toscana e di cui ancora oggi restano testimonianze di vario genere (come ad esempio castelli e borghi fortificati). Il territorio del Chianti Classico è caratterizzato da paesi piccoli ma ricchi di fascino, da splendide chiese, da eccezionali ville rinascimentali, da fitti boschi e da ordinatissimi vigneti. Il Chianti è soprattutto terra di antiche tradizioni vinicole.
UN PO' DI STORIA...
Il termine Chianti compare per la prima volta in una pergamena datata 790 ma esclusivamente per indicare la regione. Al 913 risale il primo accenno alla produzione di vino nella regione. Nel 1023 vi fu una concessione di terre “lavorative e vignate” a un colono di Grignano per la produzione di vino.
Nel tardo medioevo si affermano famiglie destinate alla fortuna: i Ricasoli (a Brolio dal 1141) e gi Antinori (dal 1385) spiccano fra tutti gli altri. A Firenze nasce l’Arte dei Vinattieri e con l’apertura di osterie e locali appositi, il vino diviene bevanda d’uso popolare.
Nel 1398 il vino Chianti era rigorosamente bianco e non sappiamo esattamente quando cambiò tipologia. Il vino era molto apprezzato per “freschezza e vivacità” grazie al sistema di vinificazione introdotto nel 1364 da Giovanni di Durante e Guido Bernardi che prevedeva l’aggiunta di alcuni prodotti (uva passa, albume d’uovo, mandorle e sale) per incrementarne la qualità.
Dal XV secolo si cominciò a tutelare attivamente il vino Chianti, con l’introduzione di un disciplinare ante-litteram e di sanzioni pesanti per chi avesse contraffatto il proprio vino.
Fino al Settecento, il vino Chianti veniva prodotto impiegando quasi esclusivamente uve Sangiovese e solo dai primi dell’Ottocento si decise di introdurre nuovi uvaggi per migliorare la qualità del vino.
Varie miscele furono sperimentate fino all’intervento del barone Bettino Ricasoli che nel 1840 stabilì che la migliore composizione per ottenere un vino “piacevole, frizzante e di pronta beva” fosse Sangiovese (70%), Canaiolo (15%) e Malvasia (15%). Alla “ricetta” venne poi aggiunto il Trebbiano, sebbene ad oggi molti dei produttori siano tornati alle origini preferendo un Chianti vinificato con Sangiovese in purezza. Altri si sono spinti oltre con la sperimentazione, testando l’aggiunta di vitigni tipicamente francesi quali Merlot e Cabernet-Sauvignon.
L’origine del nome della zona non è rintracciabile con certezza ma le due teorie più accreditate fanno risalire il toponimo Chianti al latino clangor (‘rumore’, per via delle nuemrose battute di caccia condotte nelle foreste che coprivano la regione) o all’etrusco clante (‘acqua’, visti i numerosi corsi d’acqua che solcavano e solcano tutt’oggi la zona).
Quello che è certo è che già Etruschi e Romani avevano intuito il potenziale dei terreni per la produzione vinicola. Tuttavia, i primi documenti in cui il nome Chianti viene usato per indicare la zona di produzione di un vino apprezzato in tutta italia risalgono al XIII secolo con la costituzione della Lega del Chianti costituita da Firenze riunendo i terzieri di Radda, Gaiole e Castellina. L’insegna della lega era un gallo nero, poi divenuto simbolo del Consorzio del Vino Chianti Classico.
Nel Seicento, le esportazioni di vino verso l’Inghilterra non si potevano più considerare occasionali ma ormai frequenti.
Nel 1716 i Granduca Cosimo III emanò un bando nel quale venivano specificati con precisione i confini delle zone in cui potevano essere prodotti i vini Chianti, Pomino, Carmignano e Val d’Arno di Sopra. A questo si aggiungeva un decreto con cui si volevano controllare produzione, spedizione e frodi nel commercio del vino.
“[…] per il Chianti è restato determinato e sia: dallo Spedaluzzo fino a Greve; di lì a Panzano, con tutta la podesteria di Radda, che contiene tre terzi, cioè Radda, Gajole e Castellina, arrivando fino al confine dello Stato di Siena.” (Cosimo III de’ Medici, 1716)
La suddivisione in comunità e province della Toscana operata da Ferdinando III stabiliva che il Chianti fosse formato dalle comunità di Radda, Gaiole, Castellina e Greve.
“[…] la Repubblica Fiorentina divise, e il Granducato Mediceo conservò il distretto politico del Chianti in tre terzi, cioè, Terzo di Radda, Terzo di Gajole e Terzo della Castellina, conosciuti rapporto alla disposizione militare col nome di Lega della Castellina del Chianti e rapporto al potere civile dipendenti dalla potesteria di Radda, allora subalterna al Vicariato di Certaldo, mentre quella della Comunità di Greve alla stessa epoca dipendeva dal Vicario di S. Giovanni in Val d'Arno.” (Emanuele Repetti, 1833)
Nel 1924 i produttori del Chianti diedero vita al “Consorzio Gallo Nero” (già simbolo dell’antica lega militare) con l’obiettivo di tutelare questo pregiato vino ed il suo marchio.
La zona del Chianti venne ampliata nel 1932 su decreto del governo italiano, ampliando di conseguenza anche i comuni in cui sarebbe stato possibile produrre il rinomato vino. La nuova area prevedeva la suddivisione in sette sottozone: Classico, Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colline Pisane, Colli Senesi, Montalbano e Rufina.
L’ultimo ampliamento risale al 1967 e portò il Chianti alla sua attuale configurazione, con l’aggiunta della sottozona Montespertoli (in precedenza ricompresa nel Chianti Colli Fiorentini).
Nel 1996 la sottozona del Chianti Classico stabilì un disciplinare autonomo rispetto a quello del Chianti.
La principale fonte di sostentamento per l’economia del territorio è sicuramente la produzione di vino e di olio, ma rilevanti sono anche l’artigianato di qualità (marmo, ferro battuto, legno, vetro soffiato, creta e travertino, terracotta e ceramiche artistiche).
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ALLA SCOPERTA DEI LUOGHI PIÙ BELLI DEL CHIANTI CLASSICO
La zona del Chianti Classico è indubbiamente tra le più affascinanti d’Italia. Scopriamo i vari comuni che ne fanno parte e gli scorci più significativi di ognuno di essi.
- Castellina. Borgo di origine etrusca, situato nel cuore del Chianti. Tra gli angoli più belli di questa cittadina meritano di essere citati Via delle Volte (camminamento coperto che si trova laddove sorgevano le mura di cinta), Palazzo Banciardi, Palazzo Squarcialupi, la Chiesa di San Salvatore, la Chiesa di San Giorgio, la Pieve di Santa Cristina, la rocca, le mura e Villa Bargagli.
- Gaiole. E’ uno dei paesi simbolo del Chianti Classico. Le principali attrazioni sono gli incantevoli paesaggi, le tantissime aziende vinicole, le pievi ed i castelli che caratterizzano le zone circostanti. In questo senso è doveroso citare il Castello di Brolio, la Badia di Coltibuono, la Pieve di Spaltenna e il Castello di Vertine. Gli scorci più significativi del centro storico sono Piazza Ricasoli e la Chiesa di San Sigismondo.
- Radda. Paese medievale che in passato fu sede della Lega del Chianti. I luoghi più affascinanti sono Palazzo Podestà, la Chiesa di San Niccolò, il Museo d’Arte Sacra del Chianti (all’interno del Convento Francescano di Santa Maria in Prato), la Ghiacciaia Granducale (utilizzata per conservare la neve e trasformarla in ghiaccio), i vicoli e le piazze di un centro storico che conserva intatto il fascino del suo passato. Radda è “protetta” da imponenti mura di cinta ed è circondata da bellissime campagne. Tra le frazioni più affascinanti meritano di essere menzionate Volpaia con il particolare castello e con la Chiesa di Sant’Eufrosino (conosciuta anche come la “Commenda”).
- Greve. Si trova a metà strada tra Firenze e Siena ed è cittadina piccola ma interessante. Il cuore nevralgico è rappresentato da Piazza Matteotti e dal porticato che ne circonda i tre lati (dove si trovano caratteristiche botteghe e apprezzabili prodotti artigianali). Nella principale piazza del paese si trovano anche la Chiesa di Santa Croce, Palazzo del Comune, la Statua di Giovanni da Verrazzano, il Museo del Vino ed il Museo di Arte Sacra. Impossibile uscendo dal centro storico non citare il favoloso Castello di Montefioralle (luogo simbolo dell’omonimo borgo situato a pochi chilometri da Greve), la località di Panzano (con il castello, la torre del Cassero e la Pieve di San Leonino), Montegonzi e il Castello di Sezzate.
- Barberino Val d’Elsa. Splendido borgo medievale in cui si trovano antichi palazzi (tra i quali spicca Palazzo del Podestà) ed affascinanti chiese (come ad esempio la Chiesa di San Bartolomeo). Nei dintorni del paese meritano di essere visitate anche la Pieve da Sant’Appiano e la Cappella di San Michele Arcangelo.
- Castelnuovo Berardenga. Si trova nella parte sud del Chianti ed è caratterizzata da incantevoli scorci. Tra questi il vicolo dell’Arco, la Chiesa di San Giusto e Clemente, la Chiesa della Madonna del Patrocinio e Villa Chigi Saracini. Da non perdere i castelli, i borghi fortificati, le chiese e i paesaggi nei pressi della cittadina.
- Tavarnelle Val di Pesa. Da visitare Badia di Passignano, la Pieve di San Pietro in Bossolo, la Chiesa di Santa Lucia al Borghetto, la Chiesa di San Biagio e la Chiesa della Madonna della Neve.
- Poggibonsi. Città di quasi 30.000 abitanti che si trova in provincia di Siena. Luoghi più belli sono la Fortezza di Poggio Imperiale, la Chiesa di San Lorenzo, il Castello della Magione, il Santuario di Romituzzo, la Fonte delle Fate, la Collegiata di Santa Maria Assunta e Palazzo Pretorio. Tra i luoghi più belli figurano anche lo storico castello di Brolio (residenza del Gran Barone Ricasoli) e Badia di Passignano (antica sede della Lega del Chianti). Anche le affascinanti cantine e le numerose case vinicole sono diventate ormai luogo simbolo del territorio e attrazione turistica.
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L’INEGUAGLIABILE GUSTO DEL CHIANTI CLASSICO
Il Chianti Classico viene prodotto sulle colline che circondano Greve, Castellina, Gaiole, Radda, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi, Barberino Val d’Elsa, San Casciano e Tavarnelle Val di Pesa ed è considerato da sempre un’assoluta eccellenza. Si distingue dagli altri vini del Chianti a causa della famosissima etichetta Gallo Nero. Per tutelare e valorizzare il marchio nel 1924 fu costituito il Consorzio Vino Chianti Classico che attualmente conta oltre 600 iscritti. Perché un vino sia Chianti Classico DOCG deve essere prodotto nella zona stabilita ed avere una precisa base: 80% minimo di Sangiovese e 20% massimo di altri vitigni a bacca nera (come gli autoctoni Canaiolo e Colorino o gli internazionali Cabernet Sauvignon e Merlot). Ovvio quindi considerare il Sangiovese come la vera anima del Chianti Classico.
Queste le principali caratteristiche del Chianti Classico: colore rosso rubino più o meno intenso e profondo, odore con note floreali unite a un tipico carattere di frutti rossi, sapore armonico, asciutto, sapido, con una buona tannicità che si affina col tempo al morbido vellutato. La gradazione alcolica minima è di 12 gradi per il vino giovane e di 12,5 gradi per il Riserva. Il primo risulta profumato, fruttato, rotondo e di colore rubino brillante, il secondo è più corposo, elegante, vellutato e complesso (colore tendente al granato, profumo di spezie e piccoli frutti di bosco e struttura importante). Le uve migliori vengono destinate al Riserva fin dalla vendemmia.
Il Chianti Classico si sposa perfettamente con i sapori tipici della cucina toscana, ma può essere abbinato ad una grande varietà di piatti. Il vino Riserva è particolarmente adatto ad accompagnare selvaggina o formaggi stagionati e necessita di essere ossigenato prima di venire servito (a una temperatura che va dai 16 ai 18 gradi) e degustato. L’etichetta deve riportare l’indicazione “Chianti Classico” con la definizione DOCG ed evidenziare l’annata di produzione delle uve.
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LE SOTTOZONE DEL CHIANTI E I RELATIVI VINI
Il Chianti si produce nelle province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena con le uve di Sangiovese. A queste possono essere aggiunte le uve derivanti da Canaiolo nero, Trebbiano, Malvasia del Chianti e da altri vitigni a bacca rossa. Le sue peculiarità sono: colore rosso rubino vivace, odore intenso, sapore armonico, sapido e leggermente tannico che con il tempo si fa sempre più morbido vellutato. Può portare in etichetta il riferimento ad una delle sottozone geografiche riconosciute:
- Chianti Colli Aretini. Vino che viene prodotto nei territori comunali di Cavriglia, Montevarchi, Bucine e di Pergine Valdarno.
- Chianti Colli Fiorentini. Vino prodotto nei comuni di Fiesole, Bagno a Ripoli, Pontassieve, Pelago, Rignano sull'Arno, Reggello, Figline, Incisa Valdarno, Firenze, Impruneta, Scandicci, Montelupo Fiorentino, Lastra a Signa, Montespertoli e Certaldo.
- Chianti Colli Senesi. Vini prodotti nei dintorni di Siena, San Gimignano, Monteriggioni, Pienza, Murlo, Colle Val d'Elsa;
- Chianti Colline Pisane. Vini prodotti nella zona che va da Pontedera fino a Volterra e che comprende anche i comuni di Fauglia, Crespina Lorenzana, Casciana Terme Lari, Chianni, Santa Luce, Orciano Pisano, Lajatico, Capannoli, Castellina Marittima, Palaia, Peccioli, la parte sud di Ponsacco, Riparbella e Terricciola;
- Chianti Montalbano. Si estende tra le province di Pistoia, Prato e Firenze e abbraccia i comuni di Serravalle Pistoiese, Monsummano Terme, Larciano, Lamporecchio, Quarrata, Capraia e Limite, Carmignano, Poggio a Caiano, Vinci e Cerreto Guidi;
- Chianti Montespertoli (provincia di Firenze);
- Chianti Rufina (si trova nella provincia di Firenze e comprende i comuni di Rufina, Dicomano, Pontassieve, Londa e Pelago).
Dal 1996 fu introdotta la menzione aggiuntiva di Chianti Superiore. Vi rientrano soltanto quei vini realizzati seguendo un disciplinare più rigido. I vini Chianti Superiore possono essere infatti ottenuti esclusivamente da uve coltivate nella zona di produzione prevista dal disciplinare ad eccezione dei vigneti che fanno parte del Chianti Classico. Anche negli altri territori del Chianti è possibile produrre Chianti Superiore, a patto di non indicare in etichetta la sottozona di appartenenza. Con un invecchiamento di 2 anni (dei quali 3 mesi di affinamento in bottiglia) e con una gradazione minima di 12 gradi, il Chianti ha diritto alla qualifica riserva. Le bottiglie si conservano orizzontali e vanno servite a temperatura ambiente.
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PRODOTTI TIPICI E PIATTI PRELIBATI DEL CHIANTI
Il Chianti è conosciuto non solo per il vino pregiato, ma anche per un olio extravergine di assoluta qualità. Frutto di una tradizione nata nel Medioevo quando fu sottratto spazio ai boschi per favorire le coltivazioni di vite e olivo. Da quel momento il settore è progressivamente cresciuto fino a diventare un’eccellenza di livello mondiale. Merito delle ideali condizioni del clima, della particolare composizione del terreno, delle tecniche maturate nel corso del tempo e delle altre favorevoli caratteristiche del territorio.
Per tutelare, promuovere e valorizzare l’Olio del Chianti nel 1975 fu costituito il Consorzio Olio DOP Chianti Classico, associazione che ad oggi conta 250 soci. Il Consorzio assiste i produttori e garantisce che vengano rispettati i requisiti richiesti. L’olio DOP Chianti Classico è espressione del territorio in cui viene prodotto.
Piatti caratteristici delle Colline del Chianti sono ovviamente quasi tutti quelli della tradizione toscana. Tra i più noti ci sono la ribollita (verdure cotte e ribollite tutte insieme con l’aggiunta di pane raffermo e condite con olio extravergine di oliva), panzanella, bruschetta con il pomodoro, fettunta, crostini di fegatini di pollo, passata di fagioli, finocchiata (capocollo senese), raveggiolo, cacciagione, selvaggina e la sempre apprezzata bistecca alla fiorentina. Tra le eccellenze del territorio spicca anche la Grappa di Chianti Classico.
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GLI EVENTI PIÙ IMPORTANTI DEL TERRITORIO
Le rassegne più importanti tra quelle che si svolgono nel Chianti Classico sono legate all’eccellenza del vino e alla sua antica tradizione. Tra queste meritano di essere citate la “Rassegna del Chianti Classico” a Greve in Chianti e “Chianti d’Autunno” (degustazioni, concerti, mostre) in tutte le principali località del territorio.
A Gaiole in Chianti si svolge anche l’Eroica, cicloturistica su biciclette d’epoca diventata occasione di ritrovo per migliaia di appassionati.
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