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Già esistente in epoca etrusca e romana, Firenze raggiunse l’apice della sua gloria nel Rinascimento, di cui fu la culla. La città divenne ben presto un esempio per tutta Italia e altri centri seguirono l’esempio toscano. Nel corso degli anni, soprattutto sotto la spinta dei Medici, mecenati infaticabili di artisti e scrittori, la città si riempì di monumenti che settarono uno standard da rispettare e, se possibile, superare. Le chiese e i palazzi di Firenze divennero gli esempi da seguire nella realizzazione di edifici in tutta la penisola e ancora oggi la città è un vero e proprio museo a cielo aperto, su cui si staglia imponente la Cupola di Brunelleschi.
Se state cercando una proprietà a Firenze, sia essa un appartamento di lusso, un hotel o una villa storica, i monumenti di Firenze possono tutti essere raggiunti facilmente a piedi da ogni punto della città. Qui di seguito troverete una rassegna dei principali, una sorta di guida alla scoperta di una delle città più belle d’Italia e del mondo, un centro che può vantare una ricchezza artistica quasi introvabile in altri luoghi.
Il duomo di Firenze, Santa Maria del Fiore, è una delle chiese più impressionanti e spettacolari al mondo.
Costruita sopra la pre-esistente Santa Reparata, la cattedrale venne progetta da Arnolfo di Cambio nel XIV secolo ma i lavori si interruppero improvvisamente alla sua morte nel 1302. Passarono circa trent’anni prima che l’opera riprendesse, sotto la supervisione di Giotto (assistito da Andrea Pisano). Il celebre pittore disegnò l’imponente campanile, tutt’oggi visibile, ma non riuscì a completarlo. I lavori passarono nelle mani di Francesco Talenti che terminò la costruzione del campanile e modificò il progetto originale di Arnolfo ampliando la sezione absidale della cattedrale. A lavori ultimati, l’imponente chiesa era tuttavia priva di copertura sopra all’incrocio tra navata e transetto e la città di Firenze indisse un concorso per progettare una cupola degna della nuova chiesa, con tutte le sfide che le imponenti dimensioni del tamburo si portavano dietro. Filippo Brunelleschi vinse l’appalto proponendo un modello di cupola autoportante da costruire senza l’aiuto di centine in legno (impossibili da costruire all’altezza necessaria). Nel 1436 la cupola era completata e mancava solo la lanterna a coronamento che fu realizzata solo nel 1471 (ben dopo la morte di Brunelleschi).
Già consacrata (1436) la chiesa fu testimone di tutti i grandi eventi della storia fiorentina, a partire dall’attentato ordito dalla famiglia Pazzi contro i Medici (1478), e continua tutt’oggi a dominare la città con la sua imponente mole. La cupola, tuttora la più grande mai realizzata in muratura, è uno degli elementi distintivi dello skyline di Firenze ed è ben visibile da tutti i punti panoramici che circondano la città.
La seconda chiesa più nota di Firenze, anche grazie alla sua prossimità alla stazione ferroviaria cui dà il nome, è senza dubbio Santa Maria Novella. Costruito sopra una chiesa pre-esistente, l’edificio seguiva originariamente i canoni tipici del gotico fiorentino (meno slanciato rispetto alla controparte nordeuropea) e l’aspetto attuale è il frutto di rimaneggiamenti portati avanti nel XV secolo. Fu infatti Leon Battista Alberti a disegnare la facciata classicheggiante (che era già stata avviata nella sezione inferiore) con le due volute incredibilmente intarsiate che mascherano la forma a tre navate della chiesa gotica. Il completamento dei lavori di copertura, che seguono minuziosamente il progetto albertiano, furono completati solo nel 1920. Di particolare interesse è anche il chiosto laterale, cinto da un falso porticato in marmo bianco e verde che sembra proseguire la facciata oltre l’angolo dell’edificio.
Come per gran parte delle chiese di Firenze, anche Santa Croce fu realizzata in sostituzione di una precedente basilica divenuta troppo piccola per le esigenze della città. I lavori di costruzione furono rallentati e piagati da numerosi incidenti e problemi, tra cui varie alluvioni e la devastante epidemia di peste del 1348. La cattedrale era sicuramente utilizzabile nel 1320 ma per assistere la completamento bisognò attendere il 1443 quando fu ufficialmente consacrata dal cardinal Bessarione.
La chiesa subì continue modifiche e aggiunte nel corso di oltre cinque secoli, tra cui un primo restauro a opera del Vasari a metà del XVI secolo, sempre per riparare i danni dell’ennesima alluvione che colpì Firenze. La facciata, inizialmente grezza e molto simile a quella visibile a San Lorenzo, fu avviata a metà del Quattrocento ma altri problemi ne impedirono il completamento. La facciata odierna andò a sostituire completamente qualunque lavoro già realizzato e fu completata nel 1863 in stile neogotico.
Sempre nell’Ottocento, in particolare in concomitanza con lo spostamento della capitale d’Italia a Firenze, la basilica di Santa Croce divenne un pantheon alla memoria dei grandi artisti della storia italiana (Foscolo definì la chiesa un Tempio dell’itale glorie). La sepoltura di Foscolo nella chiesa (1871) spianò la strada alla traslazione di altri grandi italiani tra cui Gioacchino Rossini, Leon Battista Alberti, Vittorio Alfieri, Michelangelo Buonarroti e Bartolomeo Cristofori.
A dispetto di quanto si potrebbe pensare, il più illustre dei fiorentini, Dante Alighieri, non è sepolto a Santa Croce: il poeta, infatti, morì esule a Ravenna dopo il dramma dell’esilio dalla sua città e volle che le sue ossa non venissero mai restituite all’ingrata patria.
San Lorenzo è tradizionalmente considerata la chiesa più antica di Firenze, databile nella sua forma originaria al IV secolo. La chiesa è universalmente nota per la sua facciata grezza, mai completata nonostante progetti proposti dai grandi architetti del Rinascimento. Il convento che affianca la chiesa ospita l’imponente Biblioteca Laurenziana, costruita da Michelangelo su ordine di Lorenzo de’ Medici sopra l’edificio medievale. Le sagrestie della chiesa, opera rispettivamenti di Brunelleschi e Michelangelo, ospitano i resti di importanti membri della famiglia Medici (primi fra tutti Lorenzo e Giuliano).
Altra peculiarità della chiesa e la cupola che sormonta la cosiddetta Cappella dei Principi: la struttura è seconda in dimensioni solo alla cupola di Brunelleschi ed è un punto di riferimento importante all’interno della città.
Progettato da Arnolfo di Cambio, il Palazzo della Signoria fu costruito con l’intento di celebrare la cittadinanza e fornire un luogo dignitoso ai governanti della città. L’edificio, dal gusto tipicamente trecentesco, si presenta come un castelletto merlato sovrastato dalla Torre del Vacca.
Completato nel 1314, il palazzo subì modifiche e ingrandimenti nei due secoli successivi, gli ultimi dei quali a opera di Vasari e Buonatalenti, che raddoppiarono il volume dell’edificio e portarono alla realizzazione del cosiddetto Corridoio Vasariano per collegare Palazzo della Signoria a Palazzo Pitti e fornire un percorso sicuro alla famiglia Medici dalla loro residenza alle sedute del governo.
Tra il 1540 e il 1550 fu la residenza privata di Cosimo de’ Medici e quando quest’ultimo trasferì la propria residenza a Palazzo Pitti, il Palazzo della Signoria fu rinominato Palazzo Vecchio, considerando che anche l’amministrazione della città era stata spostata nel vicino palazzo degli Uffizi (da qui il nome). Tra il 1865 e il 1871, con Firenze capitale, il palazzo fu sede del Senato e della Camera dei Deputati, e con il definitivo trasferimento della capitale a Roma divenne un museo, pur rimanendo sede del Comune di Firenze.
Palazzo Pitti fu eretto dall’omonima famiglia nella zona di Oltrarno con lo scopo di competere con la nuova residenza dei Medici (Palazzo Medici). Per il palazzo non si badò a spese e fu anche costruita una grande piazza antistante l’edificio. Problemi economici impedirono però ai Pitti di completare l’opera e il palazzo passò per vie traverse ai Medici.
Il palazzo venne completato e divenne in breve la nuova residenza dei Medici, meno angusto e soffocante di Palazzo Vecchio. Il trasferimento della famiglia in Oltrarno segnò la rinascita del quartiere e molte famiglie decisero di farsi costruire residenze private in questa zona prima piuttosto snobbata dalla nobiltà.
Dietro al palazzo venne realizzato lo splendido Giardino di Boboli (circa 4,5 ha), un’immensa area verde punteggiata di statue originali (dall’epoca romana al XX secolo), laghetti, viali in ghiaia, tempietti, altari e grotte.
Dopo i Medici, Palazzo Pitti fu scelto come residenza dal Granduca Leopoldo di Lorena e qui abitò anche il re Vittorio Emanuele II prima del trasferimento della capitale a Roma. A oggi, Palazzo Pitti ospita al suo interno cinque splendidi musei.
Il Palazzo degli Uffizi fu costruito da Vasari su ordine di Cosimo de’ Medici e avrebbe dovuto ospitare le tredici più importanti magistrature dello stato mediceo.
Il figlio di Cosimo de’ Medici, grande appassionato d’arte convertì parte del palazzo a museo privato per la sua collezione e altrettanto faranno i suoi discendenti, trasformando sempre più porzioni del palazzo in museo. Con l’estinzione dei Medici e l’arrivo dei Lorena la collezione continuò a espandersi solo per essere parzialmente razziata dalle truppe napoleoniche neanche mezzo secolo più tardi. Tra l’Ottocento e il Novecento il museo fu convertito per ospitare prevalentemente quadri, trasferendo buona parte degli altri oggetti esposti nei vari musei in giro per la città. A oggi, gli Uffizi rimangono uno dei musei più visitati al mondo.
Ultimo ma non meno importate è Ponte Vecchio, una struttura unica che permette di attraversare l’Arno a breve distanza da Palazzo Vecchio.
L’attuale conformazione con edifici lungo la campata risale alla metà del Quattrocento quando i macellai della città furono invitati a spostarsi sul punte in modo da eliminare gli scarti della lavorazione delle carni direttamente nel fiume, eliminando così una delle fonti principali di odori sgradevoli in città.
A seguito della decisione fu costruito il Corridoio Vasariano, così che i Medici potessero raggiungere Palazzo Vecchio su un camminamento privato, al riparo dall’odore e dalla folla.
Nel 1944, con la ritirata delle truppe tedesche da Firenze, Ponte Vecchio fu l’unico ponte a essere risparmiato dalla demolizione (merito del console tedesco Gerhard Wolf) subendo solo lievi danni alle estremità. Oggi l’intero edificio è occupato da botteghe orafe, orologiai e commercianti di pietre preziose, che lo rendono un’attrattiva unica nel panorama artigiano fiorentino.
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